5 Tappa l' Altra Staffetta Az. Ag. La Collina delle Fate

Il 31 luglio, la 5° tappa de L’Altra Staffetta è iniziata con le sapienti spiegazioni di Claudia e Peppe dell'Associazione Camminando Monti e Valli. Storici collaboratori de le Staffette. Ci siamo addentrati tra le Marmitte dei giganti che devono il proprio nome alle forme delle rocce: lo scorrere del fiume ha dato infatti alle pietre la forma di pentoloni molto grandi - ricordiamo che una volta la portata dell'acqua del Fiume Metauro era ben maggiore! Passando da una pianta all'altra, saltellando sulle rocce, il gruppo è arrivato alle cascatelle da cui si vede la chiusa di San Lazzaro, per poi fare il percorso al contrario. Sono riusciti nell’impresa anche i partecipanti che non avevano, come dire, le calzature più adatte ad un trekking tra le rocce! 😉

le marmitte dei giganti una conformazione rocciosa dove passa il fiume Metauro a fossombrone la staffetta del bianchello e l’altra staffetta

Arrivati a La Collina delle Fate, gli ospiti che la visitavano per la prima volta, sono rimasti a bocca aperta. Numerosissimi i partecipanti.
Marco Trombetta, urbinate:<< ho saputo de l’ Altra Staffetta da Facebook. Poi degli amici mi hanno convinto a partecipare. Sono un appassionato di vino e questo genere di eventi fa al caso mio. Non conoscevo questa cantina ed è sempre bello scoprire nuove realtà del territorio. Soprattutto se il progetto di base è come quello de La Staffetta>>.

la splendida cantina de la collina delle fate di Massimo Berloni fondatore di dondup Fossombrone ha aperto la sua cantina per l’ altra staffetta

Dopo il bicchiere di benvenuto, Ludovica, figlia di Massimo Berloni, che porta avanti il progetto de La Collina delle Fate, ha condotto un nutrito pubblico a fare visita in cantina.

<<Abbiamo 18 ettari di Chardonnay, Sauavignon e Pinot nero. Due terreni completamente diversi. Uno calcareo e uno argilloso: possiamo avere varietà molto diverse. Solitamente vendemmiamo in agosto. Di notte. Laviamo l'uva nel campo. Poi questa arriva in cantina e viene selezionata, pesata e nuovamente controllata. Non facciamo mai pigiatura, a prescindere dalla lavorazione. Preferiamo lavorare l'uva a temperature basse.

Abbiamo infatti un sistema per portarla a 13° gradi. Questo ci permette di evitare che parta la fermentazione durante la lavorazione>>. Un’azienda che ama sperimentare: <<Stiamo facendo un esperimento con due anfore: inseriamo grappoli sani, interi, con lieviti. È un vino molto chiaro con aromi molto forti. Viene poi tagliato con altre lavorazioni – continua Ludovica – La tecnologia che utilizziamo ci permette di avere un sistema ottimale. L'utilizzo di gas inerti ci aiuta ad avere una lavorazione tempestiva con assenza di ossidazione. Tutte le botti hanno un sistema di controllo delle temperature. Se questa si sposta rispetto a quella definita, il sistema avvisa e si può intervenire in modo tempestivo>>. 

il bellissimo giardino de la collina delle fate posto sul tetto della cantina con ulivi secolari dove gli ospiti de l’altra staffetta hanno mangiato

Oltre che con l’acciaio, in azienda si lavora anche con il legno. La barricaia, dalla maggiore umidità, ha temperatura non controllata. Qui troviamo Pinot nero 2017, 2018 e Chardonnay. Barrique francesi, molto diverse tra loro. Dagli assaggi si cerca, poi, di dare uniformità. Tutte le botti con cui lavorano sono a tostatura media. <<Per amalgamare al meglio il sapore del legno, i nostri vini fanno in media 4 anni in bottiglia – spiega Ludovica – Mandiamo musica in filodiffusione perché ci piace lavorare con la musica e... fa bene anche al vino>>! 

Anna bracci la presidente dell’ associazione culturale camminando sui tuoi passi consegna la tessera pesante a Joelle de la collina delle fate per ringraziarla dell’ ospitalità

Masciotti Laura ho saputo della tappa grazie al passaparola. <<In realtà lo scorso anno ho suonato a una tappa - spiega - Parlando con un'amica mi è tornata in mente l'iniziativa. È la prima volta che vengo a la Collina delle Fate. È un posto meraviglioso. Mi sono innamorata>>. 

Durante la serata sono stati gustati ben 96 chili di focaccia del forno d'Urbino. 

<<I prodotti caseari degustati durante questa tappa tutti fatto a mano. Tutti a km0 con latte della zona - spiega il responsabile del caseificio Pupetta di Fano - È stata una festa bellissima. Un progetto fondamentale per il territorio ed i suoi prodotti>>.

Corrado Stucchi rappresenta aziende da cui si sono presi dei prodotti per la serata. Come il prosciutto (Jamon Iberico). <<Non è a chilometro zero, ma cerchiamo sempre la qualità. Durante la serata, ben tre prosciutti interi sono stati affettati da Giulio Tombini>>. 

Una location meravigliosa, vini molto buoni e atmosfera fantastica che può essere capita solo vivendola... Per chi si fosse perso la tappa quest' anno... Consigliato il recupero l’anno prossimo! 😉